Far ascoltare musica ai clienti dei pubblici esercizi, grazie allo streaming, è sempre più facile. Le regole per farlo legalmente, tuttavia, sono tante. Non basta acquistare un cd e/o pagare il Canone Speciale Rai per poter diffondere programmi radio in un bar. E' tassativo pagare anche i diritti d'autore alla Siae, che li raccoglie e li versa a chi scrive musica (autori) e a chi la pubblica (editori).
Per far ascoltare musica di sottofondo nei pubblici esercizi si paga un abbonamento, ogni anno entro la fine di febbraio. Le tariffe annuali variano a seconda della superficie degli spazi e del mezzo scelto: chi ha un locale di meno di 75 mq. spende 53,30 euro se fa ascoltare solo la radio; 152,20 euro se usa altri apparecchi (cd, pc, ecc..); 230,60 euro se diffonde anche video con Tv o schermi. Sono tuttavia previsti sconti destinati agli iscritti alle associazioni di categoria. Ad esempio, i soci Fiepet, Fipe e Cna spendono il 25% in meno, mentre chi sonorizza anche aree esterne paga di più. Chi poi utilizza più di un apparecchio deve optare per l'abbonamento Flat, più caro: parte da 162,95 euro per il solo audio e da 348,35 euro per chi propone anche video. A queste tariffe va sempre aggiunta l' Iva.
La Siae si occupa anche di riscuotere i diritti connessi, dovuti a interpreti e proprietari delle musiche diffuse nei locali. Le tariffe crescono con principi analoghi a quelli del diritto d'autore: per far ascoltare la radio in uno spazio di meno di 75 mq. si pagano 16 euro l'anno, per l'opzione audio/video Flat in uno spazio di 500 mq. se ne spendono invece 214,59 euro e così via.
Non finisce qui: chi diffonde musica del repertorio tutelato da Lea/Soundreef deve pagare un abbonamento annuo anche a questa società. I costi vanno da 9,18 euro per spazi fino a 199 mq. a 342,65 euro per spazi di 4500 mq. e oltre. E ancora: usare abbonamenti personali, gratuiti o a pagamento a piattaforme di streaming come Spotify, YouTube o Apple per diffondere musica in spazi pubblici è vietato.
E' necessario sottoscrivere licenze commerciali, con operatori come Soundtrack Your Brand, che è partner di Spotify. Per questo servizio il costo è 31,50 euro al mese. Chi, però, vuole selezionare musica in autonomia spende 49,50 euro. In entrambi i casi, il vantaggio è che non ci sono fastidiose interruzioni pubblicitarie.
C'è un'alternativa molto meno costosa, ovvero proporre musica creata proprio per essere utilizzata come sottofondo. Jamendo, ad esempio, propone un abbonamento in streaming a 7,99 euro al mese, mentre l'italiana Rubrasonic, operatore che sonorizza centinaia di spazi in tutto il mondo servendosi del repertorio Siae, propone diverse soluzioni, usando il catalogo Epidemic Sound. La qualità musicale è buona, ma ovviamente non si possono proporre brani di autori particolarmente celebri.
Eventi musicali: le regole e i costi
I trattenimenti musicali senza ballo, ovvero gli eventi musicali in bar e ristoranti in cui si incassino meno di 5mila euro, seguono regole proprie. Prima di organizzarne uno, ci si registra si Siae.it e si scarica il permesso sul portale Music&Go. Un locale di meno 150 mq con un volume d'affari annuo fino a 200mila euro paga 58 euro a evento. Se invece il locale ha un giro d'affari superiore ai 500mila euro, il costo sale a 79 euro e così via. Sono previsti sconti per chi organizza più eventi durante l'anno e per gli associati Fipe. Chi sceglie di proporre dj set invece di musica dal vivo spende il 30% in meno. In quest' ultimo caso, però, i gestori pagano anche i già citati diritti connessi, visto che i dj utilizzano i dischi. Il loro costo cresce a seconda delle dimensioni degli spazi: 11,32 euro a evento per un locale di 150 mq; 21,34 euro per un locale di 750 mq. e così via. Come per la musica di sottofondo, anche chi organizza trattenimenti utilizzando brani del repertorio di Lea/Soundreef deve pagare quanto dovuto a questa società. Ad esempio: 24,99 euro per un singolo evento, oppure 361,91 euro per proporre eventi tutto l'anno in uno spazio di oltre 250 mq. Chiudiamo con l'agibilità. E' un documento gratuito, ma obbligatorio, che ogni artista deve avere quando si esibisce in un locale. Segnala all' Inps che tale artista sarà presente in una certa data a un certo orario in un locale e ha valore sia previdenziale sia assicurativo.