Un conto sono i robot, un'altro conto le persone. In un settore che soffre di una grave carenza di personale, è diventato strategico investire nello staff e nel suo benessere. Abbiamo quindi chiesto direttamente ad alcuni imprenditori di raccontarci la loro esperienza in merito non tanto alla ricerca di personale ma soprattutto alla necessità di fidelizzarlo, offrendo una prospettiva di crescita costante e duratura nel tempo.
Alle spalle del cimitero monumentale di Milano, Lom Dopolavoro è una vecchia cascina urbana che ha subito un'importante restauro per rinascere oggi come luogo di ristoro, pausa, evasione e relax dal traffico metropolitano. Un grande giardino esterno aiuta a percepire un ritmo subito differente con ottimi drink, qualche piatto vegetariano e una piccola selezione di vini da gustare al tramonto.
ALTA SODDISFAZIONE, BASSO TURNOVER
Stefano Aiesi, noto bartender sulla scena milanese e oggi contitolare del locale milanese, ci ha raccontato la sua esperienza in qualità di responsabile delle risorse umane di Lom:"Siamo una realtà relativamente giovane, ma abbiamo provato sin da subito a creare delle condizioni lavorative per chi entra a far parte della squadra che potessero indicare un percorso di crescita. Sappiamo quanto sia difficile trovare ragazzi che ancora amano questo settore e questo lavoro pertanto abbiamo iniziato portando parità salariale di genere e una maggiorazione del 30% per le ore lavorate di domenica, anziché un 10% come previsto dal contratto. Al raggiungimento di obiettivi mensili, possono scegliere se avere un premio produzione in busta paga, oppure accantonare la cifra del premio per utilizzarla in corsi di aggiornamento legati alla ristorazione o al mondo digital. Una volta all'anno diamo la possibilità di partecipare ad un viaggio aziendale che possa fungere anche da occasione di team building. Chiaramente chi non è d'accordo può rinunciarvi e avere un bonus produzione in busta paga". Piccoli ma significativi passi in avanti, per una categoria che strutturalmente ancora si ritrova a lavorare nei fine settimana, nei giorni di festa, in orari notturni e con turni spesso molto intensi. "Nel caso di Lom, la settimana è di 5 giorni lavorativi con turni spezzati di un massimo di 9 ore al giorno. Tutto lo staff usa una applicazione apposta per timbrare inizio e fine del turno, comunicare indisposizioni fisiche e richiedere giorni di ferie. Le pause pasti sono incluse nelle ore lavorate". La prova del 9 è data dal bassissimo turnover del locale che, sin dall'apertura, vanta uno staff che in gran parte è rimasto fedele e si è affezionato al progetto di lavoro.
A FARE LA DIFFERENZA E' SEMPRE IL PERSONALE
Un altro punto di vista in materia ce l'ha offerto Fabio Maroni, titolare di Ultimo Bar a Varese. Fondato nel 2013 è uno dei pochissimi indirizzi varesini dedicati al bere di qualità con un suggestivo spazio esterno, in un piccolo cortile riservato con solo 25 coperti e un'atmosfera estremamente friendly e informale."Il personale è l'aspetto più critico del nostro lavoro ma è anche quel fattore X che ci consente di fare la differenza -argomenta Maroni-. Per i ragazzi che lavorano a tempo pieno garantiamo un contratto a tempo indeterminato di 40 ore settimanali e un piano di welfare aziendale con due declinazioni possibili. Un'assicurazione sanitaria che comprende agevolazioni per esami, visite mediche ed eventuali interventi. La seconda opportunità riguarda un flexible benefit, ovvero un importo in denaro erogato dall'azienda al raggiungimento di obiettivi prefissati su di una piattaforma online, che i collaboratori possono spendere a loro piacere. Corsi di lingua, viaggi, pernottamenti in hotel, terme, beauty, smartbox, ecc. Da un punto di vista fiscale-conclude l'imprenditore-entrambe le formule di welfare aziendale sono deducibili al 100% per l'azienda".